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martedì 21 settembre 2010

I tagli della Finanziaria ai comuni visti dal segretario generale dell'ANCI

In questi giorni tutte le amministrazioni comunali sono alle prese con la definizione del Bilancio 2011. I timori che si paventavano prima dell'estate al momento dell'approvazione della Finanziaria si stanno tramutando in numeri e tagli obbligati. Riportiamo alcuni passaggi di un articolo di Repubblica che ha intervistato il segretario generale dell'ANCI, l'associazione nazionale comuni italiani.

Gli 8.094 municipi del Bel Paese piangono miseria e temono il peggio. "L'annus horribilis sarà il 2011", pronostica il segretario generale dell'Anci, Angelo Rughetti. Ha fatto i calcoli e c'è poco da stare allegri: "Nel 2010 lo Stato ha trasferito ai Comuni 15 miliardi di euro. Nel 2011 saranno 13,5 e nel 2012 scenderemo a 12". Tre miliardi in meno in due anni, una bella mazzata. Una media di 370 mila euro in meno a municipio che sono tanti se si considera che solo 150 comuni in Italia hanno più di 50 mila abitanti e tutti gli altri sono di dimensioni molto ridotte. Il taglio avrà conseguenze gravi anche perché per risalire la china non vale fare cassa con l'aumento delle tasse: la Finanziaria 2010 impedisce ai sindaci di aumentare l'Irpef o modificare le aliquote di tributi come l'Ici o la Cosap. Stilare un bilancio è diventato un esercizio da giocolieri: senza un braccio, senza la gamba sinistra, senza la destra, sempre più difficile. "Con questi vincoli - dice Rughetti - l'unica strada per far cassa è quella di aumentare i prezzi dei servizi a domanda individuale". Cioè far lievitare il costo delle mense scolastiche, dei trasporti pubblici, degli asili nido: "In sostanza - spiega il segretario generale - tutti quei servizi che spesso, in quanto pubblici, sono quelli più richiesti dai cittadini meno abbienti".

"La finanziaria - osserva Rughetti - prevede per il 2011 un taglio dell'80 per cento sulle spese dei comuni per il settore". Questo significa dare un ruolo sempre maggiore alle fondazioni bancarie e a tutti quei privati che già oggi investono in cultura. "Ma non sempre - fanno notare all'Anci - un territorio dispone di enti e associazioni private in grado di sopperire ai tagli annunciati".

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