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martedì 4 dicembre 2012

Incontro pubblico di VIVERE Cernusco: scuola, servizi, politiche giovanili

Roberto Codazzi, nell'introduzione dei lavori dell'incontro pubblico di VIVERE, traccia la linea in tema di servizi sociali, politiche scolastiche e giovanili, per la casa e il lavoro.

L'intervento segue quello di Chiara Beniamino sulla cultura politica e quello di Roberto Cancellara sull'ambiente.



Ecco il testo dell'intervento:


Chi amministra il presente ha la responsabilità di avere nelle mani il futuro e se non lo fa nell'interesse delle fasce più deboli della nostra città fallisce il suo obiettivo.
Abbiamo un palese problema di risorse, i settori dei servizi sociali, della scuola, della cultura, solo apparentemente non producono valore, sono investimenti sulle persone, su chi abiterà questa città domani, su chi sarà in grado di continuare un processo di miglioramento. L'investimento ritorna a distanza di anni. Per questo è necessario investire in una forma quanto più mirata e competente.
Nei cinque anni passati si è invertita una direzione di stampo assistenzialista che era molto presente nei nostri servizi sociali, ma ancora molto è possibile fare.
Dopo la creazione del Punto Unico d'Accesso per i Disabili bisogna riempirlo di significato, dopo la costruzione del Centro Diurno Disabili bisogna pensare alle esigenze che potrebbero trovare risposta in un Centro Socio Educativo comunale. 
Cernusco ha la responsabilità di presiedere il Piano di Zona del distretto 4, dobbiamo sapere tener viva l'attenzione degli altri comuni, anche i più pigri, per una gestione associata di alcuni servizi che possono portare un risparmi di risorse e una maggiore efficacia di intervento. In primo luogo:
  • l'assistenza domiciliare anziani deve trovare una uniformità di tariffazione; 
  • deve essere creato un Servizio per l'Inserimento Socio-Lavorativo distrettuale anche partendo dall'esperienza pluriannuale del progetto Reddito di Promozione Sociale; 
  • deve essere creata un'unica Tutela Minori. Negli anni abbiamo dato risposte concrete alla domanda di casa con l'avvio di edilizia convenzionata e a riscatto, oltre al recupero degli immobili comunali come in via Pietro da Cernusco. 
Bisogna ora costruire un progetto consistente di housing sociale per le nuove categorie di persone a rischio di emarginazione sociale, sapendo coinvolgere anche gli istituti di credito in azioni di microcredito con fondo di garanzia. 
La scuola soffre a livello centrale un attacco che, a prescindere dal colore del Governo, la vede in difficoltà. Si è convinti che le politiche di risparmio debbano essere fatte sull'istruzione della futura classe dirigente. Noi siamo convinti del contrario. A dimostrarlo sono gli investimenti fatti negli ultimi cinque anni per la riqualificazione degli stabili pubblici, la convenzione con l'Aurora Bachelet che ha riportato spazi e risorse alla scuola pubblica, il Piano di Diritto allo Studio, recentemente approvato in Consiglio, che, unico tra i comuni che ci circondano, non ha subito tagli.
Ora dobbiamo puntare a creare una scuola pubblica di qualità, con la costruzione delle nuove elementari in zona Boccaccio e l'alleggerimento su via Manzoni, ma anche studiando un progetto importante che si complementi con il nuovo edificio.
Nelle scuole lavorano una quarantina di educatori comunali che svolgono un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini con maggiori difficoltà, a loro va garantito il giusto riconoscimento professionale, la possibilità di interloquire alla pari con le insegnanti statali, il diritto alla programmazione e al confronto, cose che, a volte, l'istituzione scolastica sembra dimenticare. 
Cernusco non è l'isola felice delle politiche giovanili. È un comune che negli anni è stato in grado di costruire un'equipe valida di educatori, di definire spazi invidiabili per il CAG, di diventare esempio per molti altri comuni sulle strategie di coinvolgimento della fascia degli adolescenti, ma questo non deve farci credere che tutto sia stato fatto. C'è un problema di consumo di droga che sta investendo tutta la Martesana, ci sono ampie fasce che non si riescono a coinvolgere, ci sono iniziative che si sono dovute accantonare per mancanza di risorse. Dobbiamo dare forza e sostanza ad un Tavolo di coordinamento dei soggetti che lavorano con i giovani, coinvolgendo anche associazioni, baristi e polizia locale, costruire strategie di partecipazione e di ascolto, come è stato fatto nel Contratto di Quartiere di via Don Sturzo, allargare la platea di quanti vengono raggiunti dalle politiche comunali ascoltando gli spunti che vengono dal basso. 
Un tema che tocca il nostro paese, anche se non di stretta competenza comunale, è quello del lavoro. Lavoro che manca, che finisce o che si precarizza. Il Comune deve poter aiutare chi è più in difficoltà in questo campo: promuovendo l'introduzione delle clausole sociali negli appalti pubblici, utilizzando l'articolo 5 della legge sulla cooperazione sociale con commesse dirette e definizione di accordi di assunzione, promuovendo lo sviluppo di cooperative sociali, uno dei punti sui quali negli scorsi 5 anni ci si è trovati in difficoltà. Ma anche creando spazi per il lavoro condiviso e l'imprenditoria giovanile. Infine deve sapere far sentire la propria voce nei confronti degli organi superiori, Provincia o Città Metrolitana, Regione e Stato, rispetto al mantenimento dei fondi previsti per le politiche di integrazione. 
Infine due parole vanno spese rispetto alle due strutture che segneranno tra poco gli interventi in campo sociale a Cernusco. La Filanda, assegnata ad un consorzio di cooperative sociali ha le carte per essere il nuovo centro di riferimento per famiglia e minori, all'amministrazione va il compito di controllo, ma soprattutto di riuscire a dare strumenti perchè le attività finanziate ad oggi previste dal bando, abbastanza ridotte per motivi di risorse, possano crescere in qualità e varietà. Il Centro Sociale, ex Cariplo, arrivato ormai prossimo all'inaugurazione dopo i problemi legati agli appalti, dovrà, invece, essere amministrato con cura e attenzione perchè è una struttura troppo importante per la città, che ha dovuto attendere anni di abbandono (se penso che quando partecipai alla mia prima riunione di VIVERE nel 1996 già si proponevano soluzioni per il suo recupero) e ora fa gola a tanti, perchè è di qualità. Deve essere a servizio di tutta la città, degli anziani, delle associazioni, una casa su cui costruire le basi per una società più egualitaria. 
Se Cernusco saprà rispondere alle necessità di giovani, scuola, stranieri, anziani e disabili, saprà essere una vera comunità e noi avremo amministrato bene.

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