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mercoledì 28 febbraio 2018

Diversità biologica e culturale degli esseri umani - di Chiara Beniamino

Durante l'ultimo Consiglio Comunale si è votato la mozione sul rispetto dei valori della costituzione repubblicana antifascista. Ecco l'intervento della consigliera di VIVERE Cernusco Chiara Beniamino.

Buona sera a tutti,
il tema proposto per la deliberazione del consiglio comunale di stasera, richiama in me i valori e i fondamenti propri della costituzione repubblicana e antifascista citati e riportati nel documento in questione, ma ci tengo ad evidenziare come il fenomeno dell'emergere dei movimenti e delle culture legate alla tradizione del fascismo storico in Italia, sia in rapporto con il fenomeno migratorio e con il sistema di attuale accoglienza. Tali fenomeni non sono solo fenomeni italiani, bensì si possono inscrivere in una più ampia tendenza europea purtroppo. Inoltre, la politicizzazione del fenomeno migratorio e la gestione emergenziale con cui è strutturato il sistema di accoglienza in Italia, promuovono l'emergere di una tipologia sottile di conflitto e di violenza. La globalizzazione economica e le trasformazioni sociali che questi fenomeni portano con sé sono al centro di questa relazione tra ri-nascita di movimenti fascisti e movimenti migratori, dove il conflitto e la violenza sono purtroppo espressione di una transizione in corso nei processi di identificazione delle persone, tutte, stranieri e non.
Mi preme quindi condividere con voi e sottoscrivere in pieno il documento unitario di condanna degli antropologi redatto dall’associazione nazionale proprio in questi giorni, che riporta quanto segue:
“Per noi antropologi c’è un dato di fatto, che è una qualità e una ricchezza imprescindibile e degna di essere indagata: la diversità biologica e culturale degli esseri umani. Essa attraversa i gruppi e differenzia gli individui al loro interno. Grazie a tale multiforme diversità, la nostra specie, l’Homo sapiens, è riuscita ad adattarsi e a prosperare in ambienti molto differenti e ad alimentare quella creatività che caratterizza gli esseri umani in quanto esseri sociali.
Gli individui, con i loro geni e le loro istanze culturali, si sono incontrati e confrontati fin dalle nostre origini, dando vita a forme di umanità plurali, diversificate, in continua evoluzione e trasformazione. Nulla di più errato, quindi, che pensare l’umanità reificata in gruppi dati una volta per tutte; insiemi irrigiditi e incapaci di sviluppare forme di convivenza, scambio e condivisione.
Ma qual è la reale entità e il significato della diversità? Studiandola, si è capito che le differenze genetiche tra gli individui sono in realtà molto meno pronunciate e strutturate di quanto si possa percepire guardando semplicemente al colore della loro pelle, alle diverse abitudini e abilità o ascoltando le loro lingue. Così come, non vi sono basi ereditarie che giustificano l’esistenza di “gerarchie sociali” basate su supposte ineguaglianze cognitive o comportamentali tra gruppi umani. Al contempo, le diversità culturali rimandano a una selva di somiglianze piuttosto che a una tragica serie di muri e barriere.
Gli antropologi, ed io con essi, condannano, pertanto, qualsiasi uso strumentale di categorie che sono al tempo stesso prive di fondatezza dal punto di vista genetico e potenzialmente discriminatorie, quali le “razze umane” o le “culture” intese come unità definite e rigide, sia nel discorso scientifico, che in quello pubblico, politico e anche nelle pratiche sociali”.

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