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sabato 27 giugno 2020

Diario da Ustica

STRAGE DI USTICA: la notte del 27 giugno 1980, il Dc9 Itavia Bologna – Palermo si inabissò nel Mediterraneo. Morirono 81 persone. Dopo quarant’anni, la strage più grave della storia della democrazia è ancora senza responsabili.

Caro diario sono felice, oggi è il 26 giugno 1980 e sono stata promossa. EVVIVA!!!!! (ho tredici anni) Mamma e Papà sono molto orgogliosi di me, mi hanno promesso da mesi che il loro regalo per la promozione sarà portarmi con loro in Sicilia. EVVIVA!! Ce l'ho fatta e non vedo l'ora di fare il mio primo viaggio in aereo, anche per i miei genitori è la prima volta. Oggi ho telefonato a mia cugina a Palermo, le ho detto che fra qualche giorno ci vedremo, anche la nonna è contentissima e non vede l'ora, ed anch'io sono impaziente di fare questo viaggio. 
Caro diario oggi 26 giugno 1980 c'è stato un cambiamento nel programma. La mamma ha detto che siccome non ha trovato posto in aereo, partono solo loro due con la speranza di poter trovare due biglietti, promettendomi un nuovo regalo al ritorno. UFFA!!! Non è giusto! Sono arrabbiatissima! Non voglio un altro regalo. Ho pianto tutto il pomeriggio, ma le mie lacrime sono servite solo a far partire la mamma molto triste. Le sue parole per consolarmi sono state: "tu devi badare alla famiglia perché sei la più giudiziosa". UFFA! Mamma mi ha tradita, non è stata di parola. Non si fanno promesse se poi non si mantengono. Io voglio il regalo promesso. Voglio volare con Mamma e Papà. 
Oggi 27 sono partiti, nel pomeriggio hanno telefonato per dire che l'aereo partiva in ritardo, volevano parlare con me, ero così arrabbiata che non sono andata al telefono. 
Caro diario oggi 28 giugno 1980 non crederai a quello che ti dirò ora: la Mamma e il Papà non hanno ancora telefonato per dire che sono arrivati. Qui sono tutti agitati. Non credo a quello che sento, dicono che l'aereo è scomparso!! NO! Non è possibile, non può succedere niente di brutto ai miei genitori. Io sono la piccola di casa. Ma perché a casa nostra c'è sempre il dottore e mi mandano sempre a comprare la camomilla? Perché i miei fratelli e mia sorella piangono sempre? Perché la TV fa vedere sempre quelle immagini nel mare? Sono tutte finte, come dice sempre la Mamma! Se potessi sentirla al telefono la Mamma mi tranquillizzerebbe. Mi sento morire. I miei fratelli sono partiti a cercare Mamma e Papà. Sono due giorni che tengo le dita incrociate, qui sono tutti disperati, ma io no, perché so che Mamma e Papà torneranno molto presto. C'è un via vai di parenti, amici che ci opprimono, piangono. Non sanno che lo fanno inutilmente, perché non è vero niente, Mamma e Papà torneranno da me, perché non lascerebbero mai la propria piccola qui sola. I miei genitori mi vogliono troppo bene per abbandonarmi. Tornate presto vi prego. 
Caro diario mi stanno facendo credere a questa realtà, ma io tengo forte le mie dita incrociate, quello che sto passando non te lo so descrivere. Mi riempio di pizzicotti per svegliarmi da questo incubo che non finisce mai. Papà, Mamma dove siete andati a finire? Perché mi lasciate così sola... In famiglia c'è tensione, non so più se chiamarla famiglia, ora non è rimasto niente della mia meravigliosa famiglia. Solo il dolore regna fra noi e fa continuare i nostri giorni. Oh Dio, che sta succedendo a noi tutti? Perché hai voluto questo? Chi ha voluto e permesso tutto questo? Perché delle persone fanno queste cattiverie? Perché devono esistere questi sbagli e far soffrire così la gente? 
Caro diario oggi sono andata nella casa dove ero così felice con i miei genitori. E' così vuota, spoglia, lugubre ed ho cominciato a sognare ad occhi aperti. Vedo Mamma e Papà scendere dall'autobus con delle grandi valige, entrare in casa, salire le scale ed io precipitarmi ad abbracciarli! Oh Signore ti ringrazio!! Non mi stacco più da loro, non mi voglio più svegliare, portatemi via con voi vi prego. Ho pianto tanto, tanto, urlato più forte che potevo, avrei voluto farli scendere da quel maledetto aereo che me li aveva portati via. Sono stanca, nauseata, ho paura che impazzirò o forse pazza lo sono già. Vorrei farla finita. Mamma, Papà perché non mi avete portato via con voi? Io non riesco più a vivere! 
Caro diario sono stra stufa, non ce la faccio più, ora ti saluto, vado a dormire, spero che i miei sogni mi portino via con loro. 
Anno 1990. Da quel triste momento di dieci anni fa tutti mi hanno sempre detto che ero fortunata ad essere così piccola e che quindi non soffrivo più di tanto, ma non sanno che quando la speranza muore la vita non ha più senso. Quella bambina è cresciuta, ora ha ventitré anni, ed ancora non sa che senso dare a questa sua sofferenza. 

Linda Lachina (Giulia Reina e Giuseppe Lachina, 50 e 57 anni, avevano quattro figli. Elisabetta il 27 giugno del 1980 aveva 18 anni, insieme a sua sorella Rosalinda che aveva appena fatto l’esame di terza media e avrebbe compiuto 14 anni pochi giorni dopo. Ivano, il fratello più grande, era in vacanza sul Gargano, mentre Riccardo, il secondogenito, era fuori con gli amici).

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