
Si fa il punto sulle Giornate del Patrimonio, il Natale, la nuova rassegna teatrale...
Come gruppo di Vivere Cernusco vediamo positivamente il Piano del Diritto allo Studio per quest’anno scolastico. Il fatto di deliberare questo documento a solo poco più di un mese dall’apertura delle scuole sicuramente aiuterà una migliore pianificazione dell’ anno scolastico in corso, segnato in parte da un impianto di riforme ministeriali che hanno sempre più il sapore di tagli lineari e incondizionati, in parte dalle difficoltà di bilancio dei comuni italiani in luogo di politiche economiche che dall’alto minano le finanze locali, come abbiamo avuto modo di ribadire più volte in questa sede.
Detto questo quindi risulta gradevole alla vista il quadro economico complessivo del Piano che registra solo una lieve flessione rispetto allo scorso anno, pur mantenendo invariati i principali servizi scolastici in capo al comune ( in alcuni ambiti perfino incrementati) come è stato garantito anche dal dirigente dell’ufficio scolastico. Così risulta davvero doveroso esprimere i ringraziamenti al dott Cazzaniga e ai funzionari preposti e a redigere il piano di diritto allo studio, nonché all’elaborazione dei tre bandi dai quali è scaturito buona parte del risparmio di spesa: sul servizio mensa, servizi di assistenza educativa specialistica e quello per la scuola civica di musica. In commissione sia l’assessore che il dirigente hanno ben spiegato il principio che sta alla base di questi risparmi, insito talvolta anche nella struttura stessa del bando, come nel caso della scuola civica di musica il cui ente vincitore avrà maggiore libertà di gestione anche imprenditoriale del servizio. Per quanto riguarda il servizio educativo sui disabili, devo dire di essere rassicurato da alcuni aspetti migliorativi del servizio: la costituzione del PUAD, l’introduzione dello psicologo quale figura di supervisione psicologica degli educatori, l’indice delle ore su alunni disabili, che rimane lo stesso dello scorso anno a fronte di un incremento del numero di certificati. Ugualmente positive sono state le rassicurazioni fornite in commissione nella quale si è sostenuto che il risparmio generato dalla nuova assegnazione andrà ad incidere più sulla struttura della cooperativa stessa che sulle condizioni degli educatori che vi lavorano. A questo proposito tuttavia ritengo importante una riflessione più generale, che però sfiora anche l’ambito del nostro comune: è indubbio che ogni qualvolta cambi il soggetto gestore del servizio parascolastico è l’educatore la figura che subisce le conseguenze più negative: non vi è riconoscimento delle anzianità maturate, delle ferie accumulate, ritrattazione del monte ore lavorativo e del compenso. Tutto ciò a fronte di una maggiore specializzazione e professionalità degli educatori, con richieste di titoli di studio sempre più precisi. Quindi da una parte vi è una crescente pretesa di professionalità della figura educativa, dall’altra la riluttanza ad inquadrare la categoria riconoscendone la giusta dignità professionale. Quindi se l’economia degli enti locali ci impone l’esternalizzazione anche di servizi importanti come quelli di integrazione degli alunni disabili, l’auspicio che si rivolge a chi amministra il servizio scolastico, è quello di mantenere vivo un rapporto di dialettica e di collaborazione continuata con chi questi servizi li eroga direttamente, che molto spesso sono giovani lavoratori del nostro territorio. Questa amministrazione già fece molto bene quando riconobbe le ore di programmazione agli educatori della cooperativa Quadrifoglio, l’auspicio è che si continui a monitorare le condizioni nelle quali essi lavorano e che ci si adoperi per una loro tutela dalla quale beneficerà senza ombra di dubbio l’intero sistema di servizi.
Al di la delle riserve che scaturiscono da questa riflessione, e riportandomi sul contenuto del piano, ripeto che gli aspetti positivi prevalgono: aumenta nuovamente la voce per i contributi ai progetti didattici, viene istituito il progetto HUB di cui si è parlato e che riteniamo un esempio intelligente di collegamento della scuola nel territorio. Registriamo anche lo sforzo di accogliere nel limite delle possibilità economiche e strategiche alcune voci che provenivano sia dalla cittadinanza (rispetto al ridimensionamento del contributo alla scuola materna Sorre) che dalle forze di opposizione (rispetto alle richieste scaturite dagli emendamenti sul bilancio ad inizio anno e che riguardano il servizio mensa e le lavagne elettroniche), provvedimenti che indubbiamente impreziosiscono un Piano di Diritto allo Studio complessivamente già efficace.
Tutto ciò, sommato alla rinnovata volontà dell’Amministrazione di conservare un ruolo di prim’ordine alla politica Scolastica del territorio come osserviamo anche attraverso interventi strutturali (nuovo plesso programmato nel PGT, nuove aule scuola infanzia, nuove aule Mosè Bianchi liberate da Aurora Bachelet, discussione partecipata sulla verticalizzazione), fa si che anche quest’anno il nostro Gruppo Consigliare si ponga positivamente al Piano di diritto allo Studio.
Daniele Fedeli – Vivere Cernusco
Come tutti sappiamo è un momento difficile per l’economia e la finanza e l'argomento che tiene banco in tv, oltre ai balletti su nuovi o inaspettati sottosegretari, la fiducia al governo, l'appoggio o meno di Bossi alla manovra, è la crisi.
Lo vediamo in tv, lo sentiamo alla radio, lo leggiamo sulla stampa.
È altrettanto evidente come i provvedimenti del governo e la manovra finanziaria stiano colpendo sempre i soliti: lavoratori dipendenti e gli statali. In più, la stessa confindustria si lamenta quotidianamente con la linea del governo.
Tra i soggetti più tartassati dalla finanziaria vi sono i comuni che ottengono sempre meno trasferimenti (soldi) dallo stato centrale e che subiscono gli effetti del patto di stabilità (che si traduce molto semplicisticamente nel non poter usare i propri soldi, già accantonati, per pagare le opere pubbliche, alla faccia del tanto declamato ‘padroni a casa nostra’). Nel frattempo' però, le spese e i costi della politica che 'costa' come onorevoli e ministeri non cala...
È sotto gli occhi di tutti la protesta di sindaci, governatori, presidenti di provincia, etc, per gli effetti nefasti della manovra sugli enti locali.
Come tutti possiamo notare, questa amministrazione ha da sempre operato per dotare la città di quei servizi e di quelle opere utili e necessarie; dato che queste opere hanno un costo saremmo tutti portati a pensare che i un comune virtuosi come Cernusco, che quindi ha i soldi per finanziare le opere, possa spendere liberamente le risorse di cui dispone.
Al contrario di questo ragionamento logico, purtroppo, il patto di stabilità non ci consente di spendere liberamente i soldi che abbiamo accantonato per finanziare le opere pubbliche e siamo pertanto costretti ad identificare nuove entrate per pagare le fatture che potremmo invece tranquillamente pagare se non avessimo questo antipatico vincolo.
Semplificando, equivale a dire che al comune non mancano i soldi, abbiamo infatti degli ottimi bilanci; è solo che il Patto non ce li fa usare.
La nostra maggioranza ha pertanto 'scandagliato' capillarmente tutto il bilancio, valutando attentamente sia le entrate certe sia quelle meno certe ma con il risultato di non trovare le entrate sufficienti a pagare le fatture delle opere pubbliche con il rischio, pertanto, di bloccare i lavori già in corso.
Si è reso allora necessario identificare subito nuove forme di entrata, entrate non convenzionali, quali la vendita di pezzi del patrimonio del Comune: terreni, case, società.
È lo stesso ministero che, mentre vincola il nostro denaro, ci suggerisce di fare cassa vendendo anche i gioielli di famiglia. Risottolineo l'urgenza di agire subito visto che la manovra con l'irrigidimento dei vincoli del Patto è di agosto 2011 e che il bilancio 2012 dobbiamo stenderlo ora, in questi giorni.
L’ipotesi di vendere terreni o case non è, per diversi motivi, percorribile perche’ da un lato non consentirebbe di trovare i soldi che lo stato ci impone di trovare o dall’altro creerebbe un impatto troppo violento, ammesso di trovare compratori, sul territorio e sulla qualità della vita di Cernusco.
La vendita della licenze della Farmacer è stato, pertanto, l'unico intervento possibile che potesse garantire il raggiungimento del'obiettivo, essendo l'intervento che ci consentirà di trovare le risorse, generando i minori impatti sulla città.
Anzitutto vendere le licenze non significa chiudere le farmacie; le farmacie resteranno aperte e avranno solo un cambio di proprietà, dando continuità ad un ottimo servizio per la città.
Per quanto riguarda i lavoratori, ci siamo assicurati che vi siano tutele nel passaggio di proprietà affinchè non si producano degli spiacevoli effetti sulle famiglie dei dipendenti coinvolti e, a tal fine, abbiamo incluso nella delibera di precisi indirizzi in quest'ottica.
Credetemi, non è stato facile giungere questa decisione e nell'ambito del dibattito di maggioranza abbiamo avuto anche dei momenti di contronto molto franchi, sempre in un clima di rispetto e collaborazione, nella ricerca delle alternative possibili a questa scelta.
Tuttavia di fronte all’ 'obbligo' di reperire nuovi fondi impostaci dalla finanziaria siamo addivenuti, tutti concordi, a questa decisione.
Non ci fossero stati i vincoli appena descritti, oggi non staremmo parlando della vendita delle licenze di farmacer.
Badate bene non si tratta di nasconderci dietro i cattivi di turno, cioè il governo; è la cruda (e antipatica) realtà dei vincoli e dei ‘numeri’ di bilancio che dobbiamo assicurare per non bloccare i lavori della città.
Se al nostro posto ci fosse una maggioranza di altro schieramento politico, si troverebbe a fare i conti, esattamente, con lo stesso problema.
Le farmacie comunali hanno svolto e svolgono un servizio importante per la città e lo assolvono egregiamente; ringrazio pertanto, come consigliere e come cittadino, i lavoratori Farmacer per la cortesia e la professionalità dimostrate e faccio loro i migliori auguri affinchè trovino, come da noi richiesto in delibera, condizioni lavorative idonee anche con la nuova proprietà.
Ringrazio il Consiglio di Amministrazione di Farmacer per quanto fatto in questi anni.
Al suo insediamento ha ereditato una società con ingenti perdite derivanti dalle passate gestioni; con serietà, passione, competenza ed impegno ha lavorato fino a generare, ai giorni di oggi, un piccolo utile di esercizio.
I componenti del CdA avevano una difficile sfida e l'hanno ottimamente superata.
Per concludere, la delibera della vendita delle licenze della farmacer è il classico esempio di come i comuni virtuosi, come il nostro, subiscono stretti e rigidi vincoli di spesa, pur avendo i soldi per pagarsi le opere di cui la città ha bisogno.
Parlando di Cernusco, tutte le opere fatte da questa amministrazione hanno rispettato i tempi ed i costi di progetto, senza ritardi ne sprechi di denaro pubblico (a parte solo la ristrutturazione del centro ex Cariplo, in ritardo per motivi non dipendenti dalla volontà dell’amministrazione); un piccolo record in un quadro di opere ed interventi che, generalmente in Italia, partono in ritardo e non si sa quando finiscono.
Per ottenere questi risultati di buona gestione comunale ci vogliono serietà ed impegno; il risultato netto è che lo stato centrale anzichè premiare questi comportamenti, rende quasi impossibile governare ponendo vincoli assurdi alle risorse dei comuni e suggerisce di vendere il patrimonio per ripianare un debito che si genera, spesso, nello stesso stato centrale.
Oltre il danno, la beffa ma l'Italia, ahimè, è anche questa.
Fabio Colombo
capogruppo di Vivere Cernusco