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mercoledì 20 novembre 2013

Anche Sinistra per Cernusco si unisce alla richiesta di VIVERE di cambio nome per piazza Padre Giuliani

Ecco il comunicato di Sinistra per Cernusco in risposta alla richiesta avanzata da VIVERE Cernusco sull'ultimo numero di Futura:

È un paese strano quello in cui si sollevano dubbi sul fatto che don Reginaldo Giuliani, che da prete prese parte alla marcia su Roma, sia stato effettivamente un fascista, o nel quale si pensi di fare memoria e Storia mantenendo nella toponomastica nomi imbarazzanti (di solito le vie e le piazze sono dedicate ai meritevoli), o, ancora, in cui si cerca di fare pari e patta tirando in ballo genericamente i totalitarismi per continuare a non fare i conti con il totalitarismo autenticamente made in Italy, quel fascismo le cui malefatte furono perpetrate in Italia, in Europa e anche in Africa. Proprio in Africa si concluse la parabola di padre Giuliani, torinese di nascita, che morì nel corso di un combattimento, evenienza che, per la verità, ben poco si addice a un uomo di Chiesa.

Sinistra per Cernusco si unisce allo sconcerto per l’articolo di Vivere Cernusco, che dimostra comunque come nella nostra città l’antifascismo sia solido e vigile, a dispetto di isolate critiche che, in alcuni casi, sono sfociate in inaccettabili e incivili attacchi personali, soprattutto in rete. Auspichiamo che intorno al tema dell’intitolazione di una piazza così centrale e simbolica, anziché polemiche da stadio si sviluppi una seria riflessione e un percorso comune che coinvolga le forze democratiche e la cittadinanza.

Sinistra per Cernusco

venerdì 8 novembre 2013

Anche l'ANPI con VIVERE Cernusco nel togliere il nome di Padre Giuliani dalla piazza del centro

Da Cernusco in Folio di oggi ecco la dichiarazione dell'ANPI di Cernusco sul Naviglio sulla proposta di VIVERE Cernusco di intitolare piazza Giuliani, cappellano fascista, al Cardinal Martini:
Ieri (mercoledì) a prendere posizione è la sezione cittadina dell’Anpi: «Apprendere che una piazza della città è dedicata a un cappellano delle camicie nere non solo ci ha sconcertato, ma altresì indignato. Va esattamente nel senso opposto rispetto al lavoro che da anni svolgiamo nella conservazione e nella trasmissione della memoria della Resistenza, nonché nella valorizzazione dei luoghi significativi della storia partigiana locale. Pertanto, condividendo l’assunto che i luoghi pubblici debbano portare nomi di esempi alti di vita e di cittadinanza, facciamo nostra la proposta di Vivere di avviare un percorso per il cambio di denominazione della piazza. L’occasione per un serio approfondimento su quelle che furono le nefandezze del colonialismo fascista in Africa, per anni rimosso o edulcorato».

mercoledì 6 novembre 2013

Comuni e crisi del lavoro. Cosa possono fare i comuni?

I comuni si trovano nella triste situazione di non avere deleghe e risorse da dedicare al tema del lavoro e, allo stesso tempo, sono la prima, e a volte unica, istituzione che prova a rispondere alle esigenze di chi si trova in difficoltà economica. Negli anni questo sostegno si è configurato spesso come aiuto socio-assistenziale: contributi una tantum, sostegno nel pagamento di affitti o bollette, agevolazioni o esenzioni sulle tariffe dei servizi comunali... Esistono però alcune azioni concrete che i comuni possono, e sempre più devono, mettere in atto per aiutare a superare la difficoltà impellente, provando a spingere verso un rientro nel mondo lavorativo.
Queste misure sono state presentate da VIVERE Cernusco lo scorso giugno in occasione di un incontro pubblico dedicato alla crisi del lavoro, e in particolare alla crisi Nokia-Siemens, che colpisce molte famiglie del nostro territorio.
In primo luogo un comune deve occuparsi degli esclusi, dei più deboli, promuovendo l’introduzione delle clausole sociali negli appalti pubblici, e utilizzando l’articolo 5 della legge sulla cooperazione sociale. Può inoltre implementare politiche attive che prevedano percorsi di orientamento, affiancamento e reinserimento, a patto di monitorare attentamente i risultati, per non finanziare percorsi inefficaci.
I comuni sono anche datori di lavoro, dando in appalto molti servizi, dall’assistenza educativa scolastica alla gestione delle mense. È loro compito curare la qualità degli appalti, anche negli aspetti contrattuali che regolano i rapporti tra aziende o cooperative vincitrici e dipendenti, in modo da non creare “bad jobs”. Rispetto alla disoccupazione giovanile, che tocca in Italia cifre drammatiche, c’è la necessità di favorire chi ha idee ma non risorse. Servono spazi per il lavoro condiviso, per l’imprenditoria giovanile e - perchè no? - incentivi e bandi per sostenere la nascita di nuove attività, anche artigianali.
Infine il passaggio più importante deve avvenire nei confronti del territorio. Là dove sorgevano aziende e capannoni deve permanere una vocazione lavorativa; bisogna rifiutare con forza ogni tentativo di commutare luoghi dedicati al lavoro con speculazioni edilizie rivolte all'abitare. Solo così si porranno le basi per una ripresa locale. A Cernusco molte di queste azioni trovano già casa, a partire da un Piano di Governo del Territorio che tutela le aree produttive. Alcuni passi vanno ancora fatti, da un Servizio per l’Inserimento Lavorativo integrato con i comuni limitrofi ad azioni di sostegno alle giovani idee.

lunedì 4 novembre 2013

Legalità è responsabilità, e ci riguarda tutti (di Fabio Colombo)

Riprende la buona consuetudine, inaugurata con il primo mandato della nostra Amministrazione (PD-Vivere Cernusco-Sinistra per Cernusco), di proporre alla città un percorso sulla legalità organizzato in collaborazione con singoli e associazioni. Il nuovo ciclo di iniziative è cominciato venerdì 11 ottobre con la presentazione del libro “La democrazia dei corrotti” di Walter Mapelli (sostituto procuratore di Monza) e Gianni Santucci (giornalista de Il Corriere della Sera). Gli autori hanno raccontato cosa li ha spinti a scrivere il libro, la convinzione che, a 20 anni da “Mani pulite”, la corruzione sia tuttora viva e vegeta, un fenomeno finanziariamente ben più imponente rispetto a quanto indagato dai giudici del pool di Milano negli anni ‘90.

Al termine, grazie alla collaborazione e sponsorizzazione del Comitato Soci Coop Vignate, si è gustato un “aperitivo della legalità” con i prodotti di Libera, provenienti dalle terre confiscate alla criminalità organizzata. Ho deciso di proporre questo evento all’assessore Zecchini, contattando personalmente gli autori e collaborando attivamente con gli uffici per organizzarlo, perchè penso che, oltre alla Giunta, anche il Consiglio Comunale ed il suo Presidente (ruolo che oggi ricopro) debbano promuovere iniziative di questo respiro, su una tematica come la legalità, trasversale e cruciale, non di parte e, soprattutto, che riguarda tutti i cittadini, a tutti i livelli e a tutte le età. Il percorso continuerà con altri eventi organizzati dall’amministrazione con le associazioni cittadine che aderiranno. Si valuterà con i dirigenti scolastici anche la possibilità di proporre qualcosa di specifico per le scuole.