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lunedì 11 giugno 2012

Ahi,…la matematica! Risposta alla Nota di CernuscoInsieme

Abbiamo letto stupiti, nella “nota della settimana” sul primo consiglio comunale, il passaggio in cui il notista affermava:

“..È di tutta evidenza che il ruolo riservato nella nuova squadra di governo della città e in consiglio comunale agli esponenti di Vivere Cernusco è decisamente superiore al risultato elettorale ottenuto: in questo caso i voti sembrano si siano pesati e non contati…”. 

Non sappiamo quale fosse il profitto scolastico in matematica di chi ha scritto l’articolo; probabilmente però, nella sua affermazione, si è fatto trasportare più da qualche aspirazione delusa, o da qualche timore, che non dall’analisi dei dati.

I numeri infatti dicono questo: Vivere Cernusco ha ottenuto il doppio dei consensi rispetto a Sinistra per Cernusco e il Partito Democratico ha ottenuto 2 volte e mezzo i voti di Vivere Cernusco.

Per il meccanismo dei quozienti e dei resti, in consiglio comunale Sinistra per Cernusco ottiene 1 consigliere, Vivere Cernusco 2 consiglieri (e non ha ottenuto il terzo solo per alcune decine di voti), mentre il PD non ha avuto 5 consiglieri (cioè 2 volte e mezzo quelli di Vivere) ma ben 7. Per quanto riguarda la squadra di governo, a Vivere è stato assegnato 1 assessorato, così come a Sinistra per Cernusco, mentre il PD ha 3 assessori ed è ovviamente rappresentato anche dalla figura fondamentale del Sindaco.

Rispetto alla prima Giunta Comincini del 2007, con la riduzione degli assessorati da 7 a 5, il PD (rispetto a DS e Margherita) ne ha avuto 1 in più, Sinistra per Cernusco ne ha mantenuto 1, mentre Vivere Cernusco ne ha perso 1. Ricordiamo che, in quella prima Giunta, gli assessori Mandelli e Magistrelli erano stati scelti dal Sindaco e non indicati dai partiti della coalizione.

Dov’è quindi questo ruolo sovrastimato di Vivere Cernusco rispetto al risultato elettorale?

Forse per la riconferma di Marchetti come vicesindaco? Un ruolo poco più che simbolico ma, proprio per questo, carico di un significato importante: quello di affermare che questa amministrazione si pone in continuità ideale con la precedente.

Il ruolo di Fabio Colombo, infine, quale presidente del Consiglio Comunale, come dimostrato anche dall’unanimità di consensi ricevuti, è quello di chi ricopre una carica di garanzia istituzionale, non un ruolo di governo. Siamo certi che per la lunga esperienza sui banchi del consiglio e la correttezza sempre riconosciutagli da tutte le forze politiche, saprà assolvere al meglio questo nuovo impegno.

VIVERE Cernusco

1 commenti:

psergio_it - Sergio Pozzi ha detto...

A parte la matematica o il merito della questione con Cernusco Insieme che poco m’affascina, mi soffermo un attimo sui due ultimi capoversi della vostra risposta che mi paiono un pochino sufficienti e gratuiti. Ho vanamente atteso, alla vostra presa di posizione, i commenti anche di qualche simpatizzante di Vivere.
a)Ahi, ahi. Relegare Marchetti, nonostante la ciambella della continuità ideale, ad un ruolo “simbolico” è sbagliato e fuorviante. Per lui come persona e per quanto io lo conosca personalmente e direttamente nel suo fare-agire; per il suo ruolo di Vice-Sindaco e Assessore ricoperto (PGT e affini) e che dovrà confermare e dimostrare nella delicata prassi insorgente; per la “vox populi” che la Gente di Cernusco gli assegna ritenendolo (riconoscendolo?) per quello che “comanda davvero”.
b)Ahi, ahi. Assegnare un ruolo “non di Governo” al Presidente del Consiglio Comunale, chiunque esso sia indipendentemente da Fabio Colombo che stimo, significa affermare – sbagliando grossolanamente - che l’Istituzione che presiede è svilita e non ha capacità di governare, nemmeno sulle massime questioni (per cui esiste). Un conto è la “correttezza e la garanzia” - ci mancherebbe – un conto sono i convincimenti politici-partitici e l’autorevolezza soggettiva. Non ha mai creduto, in politica, agli uomini “super partes”, cioè una sorta di eunuco. Credo invece agli uomini che hanno idee e convinzioni proprie e ben radicate, in grado di misurarsi con capacità, tolleranza, pazienza e trasparenza per condurre al meglio l’Istituzione, coacervo di pluralità. Sergio Pozzi