Lo scorso mese di settembre abbiamo ricevuto una e-mail
che ha costituito lo spunto per una scoperta a dir poco
sconcertante. Nella centrale Piazza Padre Giuliani, come ci
è stato ricordato nella lettera, è stata di recente posta una
targa in ferro con la denominazione della stessa in cui, sotto
Padre Giuliani, viene specificato “Cappellano Militare – Medaglia
d’Oro al valor militare”. Un nostro amico, notandola,
ha allora pensato: vuoi vedere che si tratta proprio di quel
Reginaldo Giuliani, Domenicano torinese, ma anche fascista
della prima ora, morto durante la guerra d’Etiopia? Se è così,
proprio non si capisce come la revisione toponomastica avvenuta
dopo la fine del fascismo abbia lasciata intatta questa
denominazione. Forse nella Cernusco dell’epoca nessuno
ha avuto il coraggio di farlo perché si
trattava di un sacerdote? La lettera si
chiudeva con la richiesta di verificare
che si trattasse davvero di quel Padre
Giuliani e, nel caso, di riparare, anche se
tardivamente, alla cosa, dedicando la piazza a qualcuno che
si fosse distinto nel promuovere i valori della pace e della
tolleranza.
Come richiesto, abbiamo verificato, fatto le ricerche necessarie
e abbiamo scoperto che non si tratta di un caso di omonimia:
la piazza adiacente a quella intitolata a una vittima del
fascismo (Matteotti) è proprio dedicata a questo sacerdote,
che voleva evengelizzare gli infedeli abissini a colpi di moschetto.
Dai testi che riportano la vita di Padre Reginaldo Giuliani si
scopre che, nel corso della Prima Guerra Mondiale si distinse
come Ardito e venne decorato. Prese gli ordini come Domenicano
ma questo non gli impedì di essere anche un fervente
fascista; partecipò con D’Annunzio alla presa di Fiume e poi
alla marcia su Roma. Nel 1935 partì volontario come cappellano
delle Camicie Nere nella guerra contro l’Etiopia. Qui
spesso combattè in prima linea e morì durante la battaglia di
Passo Uarieu, colpito mentre soccorreva un compagno ferito;
per questo venne insignito dal Duce di Medaglia d’Oro
al valor militare. Nel libro di Angelo Del Boca “Gli italiani in
Africa Orientale” si trovano riportati alcuni suoi scritti, intrisi
di fascismo e razzismo nei confronti degli abissini.
Noi che, come molti altri, pensavamo ingenuamente che
piazza Padre Giuliani fosse dedicata a uno dei tanti missionari
cernuschesi, vorremmo a questo punto riparare al fatto
che questo luogo centrale della nostra città sia intitolato a un
sostenitore del fascismo.
Proponiamo quindi all’Amministrazione comunale di dedicare
l’attuale Piazza Padre Giuliani a un religioso che nella
Chiesa si è distinto come uomo della
pace e del dialogo: il cardinale Carlo
Maria Martini, del quale è appena ricorso
il primo anniversario dalla morte.
A lui, “cardinale del dialogo”, aperto
al confronto con altre religioni, dall’Islam all’Ebraismo, a lui
che istituì la “cattedra dei non credenti” e che, nella Milano
di cui fu a lungo arcivescovo, rappresentò un faro non solo
religioso ma civile, vorremmo fosse dedicata la piazza. Una
piazza che così, anche idealmente, collegherebbe quella del
Municipio a quella della Chiesa Prepositurale, i due maggiori
riferimenti civili e religiosi per la comunità di Cernusco, a
simboleggiare, nel nome di Martini, un percorso che parla di
dialogo e rispetto, pur nella distinzione dei ruoli.
Ci piacerebbe che questa nostra proposta fosse sostenuta
da tutte le forze politiche, ma anche dalle realtà ecclesiali
e da tutte le associazioni (ANPI, ACLI, e non solo) che da
sempre si spendono per una cultura di pace e per tenere
viva la memoria.
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