Siamo stati tra i pochi, quando ancora eravamo all’opposizione, a scrivere dell’inutilità del faraonico progetto, a denunciare gli anni di completo abbandono e a stigmatizzare il proposito della giunta Cassamagnaghi di aumentarne la volumetria per un grande insediamento residenziale.
Quando abbiamo avuto la responsabilità di governare questa città, ci siamo preoccupati che nel Piano di Governo del Territorio ci fossero le premesse per una soluzione del problema. Abbiamo quindi riaperto un dialogo con la proprietà dell’immobile fino a definire un progetto che prevede l’abbattimento di 2/3 dell’esistente: 1/3 sarebbe ricostruito ad uso residenziale, 1/3 riconvertito a verde e il terzo rimanente, completamente riqualificato, destinato a servizi.
Il progetto ha già avuto il parere positivo della Commissione Paesaggio alla fine dell’estate 2011. Nell’autunno 2011 è stata quindi redatta la convenzione, che è stata trasmessa alla proprietà per la sottoscrizione.
Nel frattempo però gli scenari sono mutati: la guerra in Libia (dove la proprietà aveva grossi interessi), la crisi economica italiana (che mandava segnali negativi agli investitori) e lo stallo del mercato edilizio hanno indotto la proprietà a chiedere una momenta- nea sospensione dell’iter progettuale.
A gennaio i proprietari, pur ribadendo al Comune la volontà di attuare quanto previsto, hanno chiesto alcuni mesi per valutare gli sviluppi della situazione economica e decidere quindi i tempi dell’intervento.
Questi sono i fatti, verificabili attraverso gli atti depositati in comune. Propaganda elettorale sono invece le parole di chi afferma il contrario.
Da parte di VIVERE Cernusco c’è l’impegno a lavora- re ancora perché il progetto, che riqualificherebbe l’intero quartiere e darebbe nuovi servizi alla città, possa finalmente concretizzarsi.
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