Un documento sta circolando tra i genitori degli alunni del Primo Circolo di Cernusco nel quale si muovono accuse all'operato della Giunta comunale rispetto ai tagli che il Comune starebbe facendo nei confronti delle scuole cernuschesi. Abbiamo intervistato Fabio Colombo che, oltre ad essere capogruppo in Consiglio Comunale di VIVERE Cernusco, è anche papà di tre bambini che frequentano uno degli istituti in questione.
A cosa fa riferimento il documento preparato da alcuni genitori e letto anche in occasione del Consiglio Comunale aperto sul tema della scuola?
La lettera fa alcuni precisi riferimenti a finanziamenti, appostamenti di spesa e quant’altro, logicamente condivisibili, ma realmente impossibili da realizzare stanti i vincoli e la possibilità di manovra di un amministrazione comunale. Durante il consiglio comunale aperto dopo la lettura del comunicato dei genitori l’amministrazione, per voce del sindaco, ha risposto fornendo delucidazioni in merito a quanto letto dalla portavoce, oltre a spiegare assieme all'ass. Magistrelli l’impegno dell’amministrazione sulla scuola e alle prospettive del terzo polo scolastico che verrà fatto in zona via Boccaccio, contando di posare la prima pietra entro la fine del 2011 (per ovvi tempi della pubblica amministrazione).
La prima obiezione che viene mossa è che gli oneri ricavati dallo sviluppo urbanistico non siano stati spesi per la gestione e il finanziamento delle scuole.
Il bilancio di un comune è ‘blindato’ da determinate regole. Alcune entrate (es. tributi e tasse e stanziamenti dallo stato) vanno a copertura delle spese correnti (es. stipendi dipendenti, PDS, servizi sociali, etc); gli oneri di urbanizzazione etc vanno a copertura degli investimenti (strutture e ristrutturazioni degli edifici scolastici, rotonde, strade, etc). Non è possibile, per legge, prendere gli introiti da oneri di urbanizzazione e appostarli a spese correnti. Se vengono tagliate le entrate ‘correnti’ bisogna ottimizzare le spese correnti e, ahimè, non possiamo prendere i soldi per le rotonde e destinarli ai servizi scolastici.
E la scuola ha goduto di spese di investimento in questi anni?
Nell'ultimo anno – come hanno riconosciuto i Dirigenti scolastici nel corso del Consiglio comunale aperto – ha investito altre 2 milioni di euro per impianti di riscaldamento, infissi, bagni, barriere architettoniche, manutenzioni straordinarie e negli ultimi 3 anni ha realizzato 3 nuove sezioni di asilo e una di nido.
Un secondo chiarimento viene chiesto rispetto al Piano al Diritto allo Studio e al suo contenimento.
Il comune ha la responsabilità di erogare contributi per la gestione delle strutture scolastiche (per elementari e medie), trasporto e refezione; lo Stato ha la responsabilità di pagare gli insegnanti e garantire la didattica e le altre spese per il funzionamento della scuola. Lo strumento con cui l’amministrazione destina fondi alla scuola e collabora con essa si chiama Piano al Diritto allo Studio (PDS). L’amministrazione comunale stanzia ogni anno circa 1,6 milioni di euro per il PDS, oltre alle varie spese di ristrutturazione e gestione stabili che si aggirano su circa un milion all’anno, a seconda dell’anno e degli interventi prestati. Del 1,6 milioni vi sono circa 6-700mila euro di contributi dati dal comune sebbene non siano dovuti per obblighi o responsabilità. Si decide però, politicamente, di stanziare lo stesso tali risorse per tappare i buchi del Ministero.
Rispetto agli anni precedenti cosa è cambiato?
Quest’anno lo stato ha tagliato gli insegnati e i fondi alle scuole (è almeno il terzo anno che ciò accade) e, contemporaneamente, ha tagliato i fondi per i comuni (entrate correnti). A Cernusco mancano circa 2 milioni di euro e, senza tali risorse, si è costretti a ridimensionare o riorganizzare i contributi a tutti i servizi scolastici, sociali, etc. Il ministero ha tagliato gli insegnanti e risorse di natura finanziaria. Alla scuola mancano i fondi per acquistare i più basilari materiali e questo a causa di tagli del ministero; scusate la franchezza ma se dobbiamo portare lo scottex, il sapone, la carta, etc e dare i 25€ per bimbo è proprio a causa di tali tagli operati dallo stato su spese di propria responsabilità (e non per causa del comune).
Un altro nodo è il finanziamento che il comune di Cernusco elargisce all'asilo privato Sorre. Viene chiesto di destinare ad altri servizi quella somma.
Il comune da parecchi anni stanzia una cifra importante per il sorre (circa 300 mila euro). Il Sorre è una antica e tradizionale istituzione scolastica di Cernusco il cui asilo copre il fabbisogno di 220 bambini (quasi la totalità sono cernuschesi). Se non ci fosse, il comune dovrebbe provvedere ad edificare un asilo (parecchi soldi per investimenti) e gestirlo annualmente con una spesa corrente complessiva annua di molto superiore ai 300 mila euro stanziati. In aggiunta a ciò lo Stato dovrebbe trovare le insegnanti.
Ma questo non sarebbe scontato?
Non proprio, se ricordate lo scorso anno per avere le insegnanti a copertura della nuova sezione di asilo che il comune aveva creato nella scuola di via Buonarroti il sindaco e la giunta hanno manifestato davanti al provveditorato portando a casa l’organico previsto per la nuova sezione; altri comuni sono invece rimasti a piedi perchè il ministero non ha passato le insegnanti.
Si afferma, sempre nella lettera, che da anni si parla di Terzo Polo scolastico a Cernusco, senza mai quagliare.
Non nego che vi sia una necessità da molti anni ma io, che sono in consiglio comunale dal 2000 (prima come opposizione e, da tre anni, come maggioranza), posso testimoniare che si sta affrontando seriamente questo tema solo negli ultimi tre anni; prova ne è che nell’ultimo Piano Regolatore (2002), che viene ora sostituito dal PGT da noi recentemente approvato (fine ottobre), non si faceva menzione alcuna di nuove scuole.
Esiste un margine per effettuare dei miglioramenti?
In qualità di genitore vedo la scuola in difficoltà e mi vedo costretto a pagare contributi extra, portare materiale, etc a causa di tagli del Ministero di cui, sicuramente a Cernusco, non avevamo bisogno. Come consigliere comunale sto cercando di trovare le risorse da destinare alla scuola in continua sostituzione di quanto toglie il Ministero, dovendo raschiare il fondo del barile di un bilancio sempre più risicato, consapevole che destinare più fondi alla scuola significa tagliare o ridimensionare qualche altro servizio sociale o comunale. Durante il consiglio ho fatto una proposta: ho chiesto al sindaco di impegnarsi affinché, se in fase di discussione del bilancio trovassimo delle risorse disponibili, tali eventuali risorse vengano destinate alla scuola. Vedremo a dicembre se e cosa riusciremo a fare.
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