La sera dell'11 luglio 1979, rincasando dopo una serata trascorsa con amici, Ambrosoli fu avvicinato sotto il suo portone da uno sconosciuto. Questi si scusò e gli esplose contro quattro colpi di .357 Magnum. Ad ucciderlo fu William Joseph Aricò, un sicario fatto appositamente venire dall'America e pagato con 25 000 dollari in contanti ed un bonifico di altri 90 000 dollari su un conto bancario svizzero. Nessuna autorità pubblica presenziò ai funerali, ad eccezione della sola Banca d'Italia. Il 18 marzo 1986 a Milano, Michele Sindona e Roberto Venetucci (un trafficante d'armi che aveva messo in contatto Sindona col killer) furono condannati all'ergastolo per l'uccisione dell'avvocato Ambrosoli.
Queste parole tracciano gli ultimi attimi di vita dell'avvocato Giorgio Ambrosoli. Sabato 6 novembre Cernusco intitolerà a lui la strada che collega la via De Amicis con il grande rondò della nuova via Falcone e Borsellino.
Il figlio di Giorgio Ambrosoli, Umberto, presenzierà alla cerimonia e terrà poi una conferenza in Aula Consiliare sul tema “Giorgio Ambrosoli: nel nome di un’Italia pulita”.
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