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mercoledì 20 ottobre 2010

Controlli più severi sull'assegnazione delle case comunali

Ogni due anni l’amministrazione svolge accertamenti sulla sussistenza dei requisiti patrimoniali per mantenere il diritto all’alloggio comunale, applicando in questo caso le regole dettate da una legge regionale in tema di anagrafe dell’utenza e del patrimonio. In sostanza, chi abita in una casa comunale deve periodicamente dimostrare che, in base alla propria situazione patrimoniale, mantiene il diritto ad occupare l’alloggio.

Oltre alla verifica dei requisiti si valuta anche l’eventuale revisione del canone di affitto: in aumento se la situazione patrimoniale migliora, in base ai parametri fissati dalle norme, oppure, nei casi di peggioramento della situazione economica, per far emergere le situazioni di disagio che i Servizi sociali possono poi contribuire ad alleviare.

Diverse le situazioni di irregolarità riscontrate: una «stretta» che ha fruttato alle casse pubbliche circa 60mila euro sui 120mila di crediti non pervenuti agli uffici del municipio. «Si tratta di persone e nuclei familiari che non sono in carico ai servizi sociali», precisa l’assessore alle Politiche sociali, Rita Zecchini, «quindi senza un motivo conosciuto per non pagare l’affitto». In qualche caso i debiti accertati arrivavano a 20mila euro, pari ad alcuni anni di affitto. Villa Greppi ha intimato ai morosi il saldo del debito entro una data prestabilita, pena lo sfratto esecutivo. In un caso l’alloggio è stato restituito spontaneamente (ma il Comune ha mantenuto il credito nei confronti dell’inquilino), mentre altri hanno saldato il debito, per un totale che ad oggi ammonta, appunto, a circa 120 milioni di vecchie lire.

Allo stesso tempo il Comune sta portando avanti importanti progetti di riqualificazione edilizia per ampliare il numero di alloggi da destinare alle persone bisognose di un'abitazione, il più importante di questi è quello che vede interessata la corte di via Pietro da Cernusco (nella foto).

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