Ecco l'articolo apparso oggi sul settimanale:
Dove non arriva l’ottusità della legge, arriva il buonsenso degli uomini. In questo caso dei politici cernuschesi che compongono la giunta comunale: sindaco e assessori. All’indomani della nostra richiesta di poter visionare le bollette dei loro telefonini di servizio bocciata a norma di legge dall’Ufficio ragioneria, ecco arrivare il file Excel con il dettaglio dei costi sostenuti da dicembre a luglio. Questo è quello che chiede la gente. Non la luna. Ma assoluta limpidezza nei conti pubblici a partire dalla più semplice delle richieste. “L’operazione trasparenza”
lanciata dal Ministro Brunetta allora pare essere solo di facciata. A finire in pasto dei cittadini sono solo numeri legati ai cosiddetti fannulloni e ai dirigenti municipali di cui si può conoscere vita, morte, ferie, stipendi e malattie. La legge, invece, tiene ancora al riparo la Casta da spiacevoli intrusioni. Non a
Cernusco. Dove il governo locale ancora una volta ha dimostrato coerenza con quanto va dicendo. Ah, quasi ci dimenticavamo delle bollette. I numeri sono assolutamente “low cost”. Cifre che non raggiungono il totale di 200 euro in otto mesi e in alcuni casi nemmeno i 50. O addirittura sono fermi a quota zero. Solo il sindaco, ma è il sindaco, tocca quota 709 euro, 88 euro al mese.
3 commenti:
Credo che il problema non sia quanto si spenda con il cellulare di servizio, ma se venga utilizzato ESCLUSIVAMENTE per ragioni di servizio.
Se si rende necessario, va bene utilizzarlo anche per 180 euro al mese; il problema è come fare a sapere se anche solo 1 euro è stato speso per ragioni esclusivamente personali.
con sano realismo posso tranquillamente dire che può capitare di utilizzare il cellulare di servizio per chiamate personali così come può capitare di usare il telefono personale per chiamate di servizio (ma anche il PC, il telefono di casa, la propria auto...).
Rispetto assolutamente la posizione ma evitiamo fiscalismi e pregiudizi.
ciao
Maurizio Magistrelli
Appunto, evitiamo un'inutile propaganda se non diciamo le cose come stanno.
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